A chi non piace questo lembo di Sicilia?
È qui che vivo. È qui che ho deciso di rimanere, contrapponendo la mia volontà a qualunque forza respingente, che a volte si fa “influenza”.
In una precisa stagione dell’anno, quello che si dispiega davanti ai miei occhi si fa giallo, luminoso oltremodo, e il calare del sole, ogni volta, regala emozioni sempre diverse.
Guardo verso nord, ma se guardassi poco più in là, verso est, o poco più in là, verso ovest, cambierebbe poco se non conoscessi la storia che caratterizza ogni lembo di questa terra. Avvenimenti che hanno appesantito secoli di storia. Se cominciassi a elencare tutti coloro che hanno messo radici qui farei torto a qualcuno. È un posto che ha avuto anche il favore degli Dei, come sosteneva Diodoro Siculo e come ricordano i “cocci” di alcuni siti.
A chi non piace questo lembo di Sicilia? Forse ai soli che a forza di nutrire il loro stesso ego, tra un sorso di “potere” e un boccone di “avidità”, hanno ridotto la memoria in maceria.
A pensarci bene sono gli stessi che, mettendo il piede nel continente, si meravigliano anche di un falso storico, sono gli stessi che vorrebbero fare cose “nuove” perché i vecchi erano incapaci, dimenticando che loro sono diventati vecchi agendo e pensando sempre allo stesso modo.
Il destino di questo lembo di Sicilia è lo stesso del resto dell’isola… e mentre ci pavoneggiamo di aver sposato la modernità, scopriamo che oltre il nostro naso vivono già il tempo successivo.
Adesso riprendo a osservare da dove ho lasciato, immaginando l’inimmaginabile.