Tutti giocano la partita in difesa
Assistere a certi eventi mi aiuta a fare luce sullo stato attuale in cui verte l’intero comprensorio in cui vivo, soprattutto dal punto di vista della dialettica. Capire come poter approcciare un dialogo propositivo con le varie realtà credo sia fondamentale.
Bene, da un canto sto scoprendo (ma lo immaginavo) che questo territorio (mi riferisco al calatino, Sicilia) è l’insieme di tanti arcipelaghi, ogni città è un arcipelago di contraddizioni (sì, non mi sono espresso male, intendo proprio un arcipelago e non un’isola), in cui si pongono davanti i problemi e non le risorse. Questo non è un bene. Non potrà mai essere un bene. Dall’altro canto, la mia curiosità mi ha portato ad avere un contatto diretto con cui oggi si occupa di digital strategy, digital transformation e tutto quello che vi ruota intorno; lavoro nel mondo dell’e-commerce e dell’arte e sto imparando che quello che si fa oggi è già vecchio domani. Se non sei proattivo sei fuori da tutto, sei già scaduto. Il mondo di oggi va molto più veloce del mondo di ieri (ho scoperto l’acqua calda, o forse no?).
Questo per dire che i problemi ci sono e vanno affrontati, ma serve anche un cambio di marcia, serve pensare le cose in modo diverso, serve lasciare spazio a chi ha un pensiero più veloce, a chi non usa le normative vigenti come alibi buoni per tutte le stagioni, a chi pone davanti le proprie risorse per affrontare meglio i problemi e anticiparne degli eventuali.
È inutile girarci intorno, sento parlare di iniziative già obsolete. Mancano di visione.
Tutti giocano la partita in difesa, convinti che sia l’unica strategia possibile, quando invece occorre attaccare, sbagliare e imparare a stare dentro un nuovo mondo.